“Fritta l’è bona pure una ciabatta” dicono i fiorentini, ma sono sicuro che il mondo intero si riunisce in questo pensiero ahimé vero. Ma c’è un’altra verità, quella di George Bernard Shaw: Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare. E il fritto, amici miei, rientra sicuramente in quest’ultima categoria!
Quindi non aspettatevi di trovare la ricetta per un fritto cholesterol-free (se si può dire), gli studiosi ci stanno ancora lavorando. Esiste però una preparazione proveniente da terre lontane che garantisce un risultato sempre croccante e più leggero. Secondo la leggenda, questo fritto non disgusterebbe con olio in eccesso o pastelle troppo morbide. Alcuni giurano che porti addirittura fortuna.. Questo fritto, signori miei, è la tempura!
[ads1]
Cos’è la tempura?
È un piatto della cucina nipponica, solitamente a base di pesce e verdure.
In realtà la pronuncia corretta è (il) ténpura e proviene dal latino “tempora”, i tre giorni di preghiera prima dell’inizio di ogni stagione. In quel periodo bisognava praticare il digiuno e la carne era del tutto vietata, sostituibile però con pesce e verdura. Furono i gesuiti portoghesi ad introdurre questa preparazione in Giappone e proprio qui fu subito amata, tanto che il popolo asiatico iniziò a perfezionarla sempre più fino a trasformarla in una colonna portante della sua cucina. I giapponesi, però, scambiarono il nome del periodo di digiuno con quello della pietanza dei gesuiti, e da allora diffusero questa preparazione sotto il nome errato di tempura.
Adesso, anche se nasce come pietanza vera e propria, la tempura si può considerare un tipo di frittura in generale, dotata di grande croccantezza e leggerezza. La pastella (se fatta bene) non diventa mai troppo morbida e non assorbe molto olio in cottura.
Come si prepara?
La ricetta originale della tempura prevede solo due ingredienti, acqua e farina, ma di ricette sul web se ne trovano tantissime e ognuna con ingredienti e dosi differenti. C’è chi usa l’uovo intero, chi solo il tuorlo; altri dicono che bisogna utilizzare esclusivamente l’albume e, altri ancora, nessuno di questi. Alcuni, poi, mischiano la farina alla semola, l’amido o la fecola.
Io vi darò la ricetta della pastella originale, ma ogni volta che proverò una versione differente aggiornerò l’articolo e vi farò sapere la mia opinione.
- 100 g di Farina (meglio se di riso)
- 100 ml d’ Acqua gasata (o birra)
- Cubetti di ghiaccio (facoltativo)
…e i segreti?
- La pastella deve essere sbattuta poco. Anche se per noi sembra assurdo, i migliori amici della tempura sono i grumi! La farina deve essere versata tutta in una volta e non la si deve assolutamente rendere omogenea. Sarà proprio grazie alle bolle di farina inesplose che la pastella risulterà croccante in cottura. Pensate che i giapponesi la lavorano pochi secondi con le bacchette in modo da lasciarla quanto più grumosa (e ogni grumo, poi, si crede porti fortuna).
- L’acqua deve essere ghiacciata e frizzante, ancora meglio se aggiungete dei cubetti di ghiaccio alla pastella. Anche questo aiuterà a dare croccantezza e soprattutto leggerezza (grazie allo shock termico con l’olio bollente). Stessa cosa per gli ingredienti: utilizzateli sempre freddi di frigo.
- Preparate la pastella al momento, pochi minuti prima di friggere.
- L’olio deve cuocere ad una temperatura di 180°.
Come vedere la temperatura dell’olio senza termometro da cucina? Buttate una goccia di pastella nell’olio! Se questa deve frigge immediatamente restando a galla, l’olio è troppo caldo; viceversa, se cade sul fondo senza risalire vuol dire che l’olio è ancora freddo. La temperatura ideale si ha quando la goccia di pastella nell’olio appena buttata tende verso il fondo ma poi risale subito in superficie friggendo.
- Bisogna cuocere pochi pezzi alla volta altrimenti la temperatura dell’olio si abbassa e il fritto diventa unto e pesante. In più, man mano che buttate gli ingredienti nella pentola, dovete staccarli gli uni dagli altri.
- Cuocete poco gli ingredienti, la pastella deve risultare appena dorata e non scura! Ecco perché conviene tagliare le verdure sottili, così da velocizzarne la frittura.
- Dovete mangiarla calda. Quindi staccatevi immediatamente dallo schermo e correte a ingozzarvi! Poi, quando avete finito, tornate qui e lasciate un commento.
[ratings]
[ads2]
Photo Credit | Hosomaki.it
Che bel piatto. Complimenti.
Bellissimo, voglio farli anch’io !!!
Questa sì che la cercavo da tempo 🙂
Anche io! La mangiavo sempre come antipasto in un ristorante di Sorrento (le zucchine a filetti in tempura) e mi faceva impazzire… Finalmente ho trovato la ricetta!
Per la prima volta ho fatto la tempura: la frittura di gamberoni e morsetti di baccalà e mussillo è stata davvero “speciale”! Ho seguito le indicazioni ed è venuta una frittura leggera e croccante e il pesce è rimasto morbido ed ha conservato tutto il suo sapore! Grazie e… buon Natale!
Ciao, Patrizia, buone feste!
Sono davvero felice che la ricetta della tempura ti sia piaciuta… poi col mussillo è il TOP 😀
A presto 😉
Ma il sale quando? Nell’olio di frittura? Ho letto in altre ricette di metterw i cubetti di ghiacciosotto e tenere la pastella a bagnomaria nei cubetti, mi sembra una buona idea
Ciao, Susanna 😉
Il sale non va MAI aggiunto in cottura né nella pastella, ti consiglio di salare la frittura sempre una volta scolata.
Il consiglio della ciotola col ghiaccio è utilissimo, credevo di averlo scritto ma hai fatto benissimo a farmelo notare. Grazie e buona giornata!! 🙂
fatta con la farina di riso e con il cavolo buona
Mi fa piacere 🙂 Anche io uso spesso quella di riso!
buonissima
Ci sono tanti piccoli accorgimenti a cui nn avevo mai fatto caso
Sono curiosa…. devo provare !!!
Mi fa piacere 🙂 Tienici aggiornati!
Grazie
La migliore spiegazione della tempura mai letta. Complimenti!
Felicissimo 😀 Grazie!
Di base trovo l’articolo corretto tranne che per l’acqua frizzante. La ricetta “originale” non la prevede perchè la tempura nasce attorno al XVI secolo e l’acqua frizzante non esisteva. All’inizio la usavo anch’io poi ho provato senza ed il risultato non cambia. L’importante è che l’acqua sia fredda per impedire al glutine di formarsi, altrimenti diventerebbe una pastella collosa.
Grazie per la precisazione, Laura 🙂
In effetti deve esser stato un “trucchetto” più recente!
….ci proverò